Dopo anni senza tv, ammetto di sentirmi come un ex fumatore che ha ritrovato il gusto di respirare a pieni polmoni; l’olfatto, senza il catrame del tabacco lavorato, riesce finalmente a percepire quegli odori e profumi ormai dimenticati; il cervello, ormai libero da lobotomie mediatiche, ti offre il privilegio di guardare il mondo da un angolo diverso; un effetto simile alla pillola di Matrix. Ma proprio come Matrix, non è tutto rose e fiori, e soprattutto, bisogna ricordare che se esiste un prescelto, non sono certamente io.
Nonostante il lavoro di disintossicazione, come accade ai non fumatori, arriva ogni tanto una nuvola di fumo puzzolente e fastidiosa che non dipende dalla propria volontà, ma piuttosto dalla strafottenza di chi ti sta vicino: così succede con la televisione, che prima o poi ti ritrovi da qualche parte, accesa, a vomitare schifezze di ogni tipo.
E la cosa triste è che ti rapisce: ora che, almeno per me, è diventata una cosa estranea, succede che ne sono attratto, incuriosito, e non riesco a staccare lo sguardo, specie quando vedo cose incredibilmente stupide: il suo immenso potere mostra i muscoli.
Succedeva spesso quando, per lavoro, ero vicino Torino, ospite fisso da mesi in un albergo poco distante dal mio ufficio; al mattino, durante la colazione, ero mio malgrado rapito dal 42 pollici appeso alla parete della sala ristorante. Mi ponevo, ogni volta, le domande più insolite: ad esempio, perchè nelle pubblicità i bambini dicono sempre cazzate? Ma soprattutto, perchè li rappresentano usando quei toni per sembrare più deficienti? Chissà, forse qualche genio della comunicazione vuole far scattare uno strano meccanismo negli spettatori che spinge a fare paragoni, e ogni genitore si sente sollevato perchè pensa “mio figlio non parla come sto rincoglionito”, o “mia figlia se parlasse come questa la pigliano pe’ na cretina”.
Poi, al di là della forma, c’è la sostanza: Media Friends, ad esempio, la fondazione Mediaset (che come tutte le fondazioni, aiuta a sgravare un pò di pressione fiscale, ma ben venga se serve anche ad aiutare le azioni concrete) diffonde messaggi di amore, sani principi e iniziative che possono soltanto essere lodate. Peccato che al governo c’erano proprio i suoi vertici. Parte uno spot dove si vedono diversi cuochi; tra questi alcuni affetti dalla sindrome di Down; è un invito ad assumere le persone colpite da questa sindrome. Peccato che gli oneri fiscali sono tutti a carico di chi si propone per queste sane iniziative. Allora, si può pensare che non è giusto discriminare queste persone creando leggi ad hoc (la peggior discriminazione consiste nel creare un diverso a tutti i costi), ma se purtroppo sono già discriminati perchè Down (con tanto di spot), ci vuole per forza la contro-discriminazione. Allora fai due conti… il governo capeggiato dal proprietario della fondazione non ha fatto nulla su questo tema, ma ora c’è un altro governo, e questo governo, che già è brutto e cattivo di suo, diventa ancora più brutto e cattivo se facciamo notare che non fa nulla per le persone affette dalla sindrome di Down.
Ma se faccio ‘ste pensate, specie ad alta voce, vengo accusato di complottismo, e allora la pianto subito, anche perchè la politica, tutta, vedo che oggi è supportata da due sole categorie: i fanatici e quelli che hanno qualche accordo che tutela i cazzi propri.
Torniamo piuttosto alle pubblicità: Findus, che propone i suoi hamburger di pesce, conclude lo spot con la frase “il sapore della vita”, e mi ricorda la pesca a strascico che ha deturpato i mari e sterminato intere specie marine. Poi qualcuno dirà “non sono loro, sono gli altri”; per “ripulirsi la faccia” basta rivolgersi ai fornitori e dare la colpa a loro. E se proprio non è colpa loro, allora è colpa dei fornitori dei fornitori: ne rimarrà solo uno, quello che paga per tutti, e alla fine ci va di mezzo qualche pesce piccolo, appunto, per restare in tema.
Ed ecco che poi cambia reclame, e arriva l’ennesima bambina rincoglionita che ti recita la “poesia” sulla fetta al latte, perchè “il latte è una cosa bella”, e aggiunge “bianco come una stella”; non c’entra un cazzo ma per qualche strano motivo doveva uscire fuori una rima infantile senza senso, e per un altro inspiegabile motivo, la bambina deve mostrarsi ancora più stupida, per esigenze di copione. La mamma infine conclude con la frase “un gesto pieno di amore”, e penso agli allevamenti, dove i vitellini vengono strappati dalle madri per essere massacrati ancora lattanti, altrimenti le vacche perdono il latte; questo in autentici lager dove gli animali sono trasformati in oggetti per fare soldi, e niente di più, dimenticando qualsiasi etica, sensibilità o pietà umana per le torture e i maltrattamenti finalizzati al solo lucro di pochi.
E ammetto anche la mia ipocrisia, perchè dovrei essere vegano per parlare in questo modo, ma non lo sono ancora.
Poi arriva il reggiseno che aumenta la seduzione, mostrato con tutto l’erotismo del caso da una modella a dir poco perfetta (specie nel trucco), ben lontana dal mondo reale, e infine arriva il momento del profumo maschile, con un attore palestrato che, mentre attraversa un corridoio, incrocia un gruppo di bellissime modelle seminude in atteggiamenti poco equivocabili che lasciano presagire un’orgia imminente. Anche l’intimità e la sessualità sono uscite da tempo dalla sfera assolutamente personale, e sono diventate “standard”; devi uniformare pure la sessualità, e qualcuno deciderà cosa deve eccitarti e cosa deve piacerti, altrimenti sei “out”: mancava solo la pubblicità col pompino, e invece arrivano le pubblicità dei reality show seguite dalle fiction sorrisi e gioia nel mondo di plastica, giusto per concludere in bellezza. Mentre finisco la mia colazione, inizia finalmente il programma che segue gli spot pubblicitari: parte la sigla di Mattino Cinque, con un servizio morboso su una donna assassinata che si scopre aveva almeno cinque amanti. Scoop. E’ ancora più sensazionale la foto che la ritrae in sottofondo, senza trucco e in uno dei momenti più personali; senza alcun rispetto per quella donna che ormai non c’è più. Con quella foto veramente brutta, si voleva portare il pubblico a chiedersi “come faceva quella lì ad avere cinque amanti?”. Eppure, stando alla tv, sembra proprio che dai tabulati del suo cellulare emergono parecchie chiamate verso quei numeri (se analizzassero i tabulati del mio cellulare aziendale rischio di passare per un maniaco bisex, per tutte le telefonate di lavoro che faccio e ricevo, ma siccome -per fortuna- non sono ancora morto, non frega nulla a nessuno). Quindi una teoria senza riscontro, ma per dare spessore a quella interessantissima pista, c’è un’intervista al suo medico, arrabbiato perchè hanno trasformato, senza alcun motivo, una vittima assassinata in una zoccola che meritava quella fine; ovviamente il medico è stato immediatamente censurato. Ma poco importa: ecco che arriva lo spazio per “l’informazione”. Evviva: la telefonata del direttore Maurizio Belpietro che chiama Storace perchè accusato di villipendio al capo dello Stato; dedica una ventina di minuti buona a questo nuovo “scoop”, mentre l’Italia affonda giorno dopo giorno per la crisi. A quel punto ho finito la colazione e sono uscito senza vedere il seguito: peccato, ma rischiavo di fare tardi al lavoro. E a proposito di crisi, l’hotel di cui ero ospite fisso, ha chiuso i battenti per fallimento pochi giorni dopo, inguaiando un bel pò di dipendenti.
Tanti anni fa, quando la tv meritava di esistere, c’era un presentatore, un gran signore che ricorderanno anche i più giovani: Corrado; in un’intervista, una volta disse: “quando vado in tv devo essere professionale, per questo indosso sempre giacca e cravatta: entro nelle case di tanti italiani, e proprio come si farebbe nella casa di chi ti offre ospitalità, devo essere educato, devo essere gentile, e devo essere elegante”. Corrado è morto, e con lui è morta anche la Televisione di altri tempi; persone come lui erano ben accette nelle case di tutti, mentre oggi ti chiedi come ha fatto la tv a precipitare in questo modo, da dove è uscita ‘sta gentaglia, ma soprattutto, chi diavolo ha aperto la porta?
Ognuno decide per sè; nel mio piccolo, li ho sbattuti fuori a calci, e non ne rimpiango neanche uno, ma tornando alla metafora dell’ex fumatore, giuro che respiro a pieni polmoni.
E così saluto e ringrazio, per l’ultima volta, i dipendenti dell’hotel nel loro ultimo giorno di lavoro, che tra l’altro coincideva con il mio rientro a casa per il week end; nonostante io fossi il cliente, ed egoisticamente la cosa non mi riguardava, ero dispiaciuto quanto loro; ho apprezzato la professionalità, fino all’ultimo, che copriva le emozioni, e dal mio canto avevo simulato un educato distacco, per evitare di girare ulteriormente il coltello in quella piaga.
La tv nel frattempo proponeva un interessantissimo servizio, con tanto di scritte in sovrimpressione, sull’omicidio di Sarah Scazzi: una storia che dovrebbe essere dimenticata da tempo per il suo squallore e soprattutto per lo sciacallaggio mediatico, ma che invece, a quanto pare, ancora riesce a scuotere gli indici di ascolto. Ma c’è lo scoop: in esclusiva, per la prima volta in assoluto, i filmini privati della famiglia: ci voleva proprio, la mancanza di rispetto finale verso quel dolore.
Purtroppo va avanti così: il latte è una cosa bella “come una stella”, anche se il vitellino è stato strappato alla mamma ancora lattante e poi macellato senza pietà in nome del business. Tutto questo, per un “gesto di amore” da una madre verso la propria figlia. Un gesto di amore dal valore di un euro, più o meno, IVA inclusa.