Il fascino del potere illusorio

L’entusiasmo degli illusi forse è il fenomeno sociale più interessante e divertente che si può osservare, in tutti i campi: si inizia dal contesto sentimentale, si finisce nel contesto lavorativo; nel primo caso non è raro trovare uomini o donne intenti a sfoggiare comportamenti ed atteggiamenti che -palesemente- non appartengono alla propria indole, mentre nel secondo caso il discorso è molto più ampio, e complesso.

Molte aziende hanno individuato perfettamente il “tallone di Achille” che si insedia nella società moderna; non è l’essere che conta, non è il potere reale che interessa alle masse, non è neanche una questione prettamente economica; più che altro, quest’ultima può rappresentare un emblema da sfruttare per sfoggiare una sorta di status symbol. E’ l’apparenza che conta, e nei contesti aziendali, in questi micro-mondi dove le regole sociali hanno un inizio e una fine, in queste “cupole” dove il raggiungimento di una qualsiasi forma di individualismo rappresenta una prevalenza su tutti. Per molti, ciò rappresenta la propria ragione di vita che merita di anteporsi a tutti gli altri aspetti di importanza fondamentale della propria vita: famiglia, figli, mogli, mariti, interessi personali, e tutto ciò che appartiene alla sfera personale in molti casi assume un aspetto secondario di fronte alla prospettiva di raggiungere un obiettivo che ha la priorità assoluta.

Ma molte persone che “cascano” in questo tranello non trovano il tempo, la lucidità mentale e la razionalità per fermarsi un attimo a riflettere: si procede all’orizzonte, con i paraocchi, senza chiedersi “ma in fondo cosa sto cercando di raggiungere?”.

La mia proverbiale monotonia torna sempre sul dente che duole; se i mass-media ci hanno rincoglioniti con stereotipi di “successo” che ormai suonano più che mai ridicoli c’è da dire anche che l’erba cresce sul terreno fertile; lo sanno i mass-media, lo sanno le aziende, lo sa chi conosce i mezzi per stordire le masse; ne sanno qualcosa i telespettatori affascinati dai “grandi fratelli” e dalle “Marie De Filippi”.

Ed ecco applicata in pieno questa regola nei contesti lavorativi: iniziamo con le mansioni fittizie ed inutili, “progetti” che non portano alcun valore aggiunto all’azienda, e poi percorsi di crescita personale (e lì, almeno egoisticamente, un tornaconto c’è) il tutto utilizzando rigorosamente paroloni, terminologie e neologismi “anglosassonizzati” che riuscirebbero a zittire anche il più promettente avvocato Azzeccagarbugli del nostro secolo.

Dal punto di vista economico, invece, non cambia nulla: se mancassero gli stupidi, oggi non avremmo persone ricche. E la gente, stordita a dovere, diventa stupida prima di quanto si possa immaginare.

Francamente, nel mio piccolo, trovo assurdo tutto ciò; vedo colleghi che dimenticano famiglia, affetti, amici in nome di queste ambizioni annebbiate, e forse, con un pizzico di invidia provo anche un pò di rabbia; penso che il mondo ormai non si può cambiare: anche se ciò fosse possibile, io non conto nulla e non riuscirei ad ottenere granchè: posso solo limitarmi a raccontare tirando giu qualche considerazione. So anche di sbagliare, ma sono sempre stato dell’opinione che è inutile inseguire i traguardi impossibili; il problema è consolidato, non si tratta di una novità inventata oggi, così i miei colleghi “istituzionalizzati” continueranno a mettere da parte gli affetti e le famiglie per inseguire questi risultati fittizi, ed io per sfuggire un pò dalla tristezza stasera partirò per rifugiarmi in assoluta solitudine nella mia casa di montagna, cercando di rilassarmi tra mille lavoretti e cose da fare. Tanto già so come andrà a finire: mi immergo come sempre nei soliti pensieri, che si fermano puntualmente sull’immagine della tomba dove è seppellita tutta la mia famiglia; quella famiglia che, quando c’era, ho messo in secondo piano per correre dietro alle sciocchezze di cui ho appena parlato.

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(dal blog “Pensieri, Parole, Opere, Omissioni”, Aprile 2008)

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About Alex

..faccio il tifo per il lupo cattivo: con la nonna ho già perso troppe scommesse.
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