Il “muorto” e la sposa

Sbocciano i fiori, volano gli uccelli, le anziane incartapecorite si truccano come le giovani ragazzine e le giovani ragazzine si truccano come le anziane incartapecorite; una fresca brezza di primavera accarezza la fronte di chi si rilassa durante una passeggiata sul lungomare; folti gruppi di roditori geneticamente modificati che ormai hanno raggiunto il “rango” di felini veri e propri circondano gli scogli che si intravedono dalla ringhiera e i gabbiani che svolazzano sui cumuli di monnezza fanno da cornice, con il loro strillo alternato ai clacson delle auto in transito.

Ma il sole splende e l’aria è frizzante, nonostante il tabellone per misurare le polveri sottili lampeggia con una scritta rossa simile a un allarme atomico; la gente è serena, nonostante i “mao-mao” che sul marciapiede sfoggiano i mutandoni sollevati fino alla spina dorsale a discapito dei testicoli stritolati solo per mostrare il logo “D&G”… “Docce & gabinetti”, pensava qualche vecchietta: no, sono i soliti, scontati, banali e inflazionati “Dolce e Gabbana”, che sembrano contagiare il pubblico maschile con ambigue tendenze sessuali, grazie all’intonazione vocale acuta causata dai testicoli schiacciati nelle mutande.

Ad un tratto i clacson ammutoliscono. Il fracasso si interrompe. I “mao-mao” si sono distratti e le mutande “Viagra-killer” indossate da questi ultimi si sono rilasciate scendendo fino ai calzini.

“Impresa funebre BELLOMUNNO”: passa il famigerato carro; una Mercedes con una croce sul tetto, e tra il corteo si scorge in prima fila la famiglia, in seconda fila i parenti, in terza fila gli amici intimi, in quarta fila gli amici e basta, in quinta fila i colleghi, in sesta fila i capi ufficio, e dalla settima fila in poi gente che parla dei cazzi propri; man mano che la fila si allunga, l’eco delle risate aumenta, fino all’ultima fila, dove si disputano le finali della gara di barzellette.

La folla che passeggiava tranquillamente sul marciapiedi si blocca, alla visione del corteo. Le donne si fanno il segno della croce, gli uomini sembrano assaltati improvvisamente dalle piattole, intenti a grattarsi a sangue le zone intime, senza un attimo di pausa.

Ma un bambino, icona della spontaneità e innocenza, appena realizza il contesto grida: “O’ MUORTO!!!” e la mamma, con l’intento di ammonire quella mancanza di tatto, gli molla uno scoppolone dietro la nuca, ricordandogli di mostrare rispetto e di mantenere un certo contegno.

Dopo circa mezz’ora, sciolto il corteo e ripristinata la normalità, il solito caos viene interrotto di nuovo: da lontano si scorge un Mercedes, lo stesso Mercedes di prima, ma stavolta invece della croce sul tetto c’è un fiocco bianco legato all’antenna dell’autoradio.

Non c’è il silenzio, anzi, un’orda selvaggia di clacson fa fuggire i gabbiani e li costringe ad abbandonare il succulento pasto a base di monnezza; i roditori-felini smettono di fare le fusa (!!!) e si nascondono sotto gli scogli; i “mao-mao”, nell’attimo di distrazione, lasciano cadere i mutandoni oltre i calzini: stavolta cadono sul marciapiedi e qualcuno finisce anche sugli escrementi dei cani, così il logo “D&G” diventa “DO&GO” e qualcuno li scambia per un nuovo marchio “fashion” da aggiungere assolutamente alla collezione “trendy” (fetore permettendo, ha ideato un logo di merda).

Le auto degli invitati strombazzano senza pietà: vecchie utilitarie lucidate a nuovo che emettono le dolenti note dei neomelodici partenopei dalle autoradio spremute fino all’ultimo watt, ragazzi zulù che sembrano cloni mal riusciti dei Backstreet Boys di un tempo, donne sguaiate che bestemmiano tutti i Santi del calendario a causa degli insopportabili tacchi che sono condannate a indossare fino al termine della giornata…

E il bambino, il solito bambino, appena mette a fuoco la scena grida: “A’ SPOSA!!!”, poi osserva la mamma e si copre il capo con il braccio, per paura di un altro scappellotto.

Ma stavolta gli è andata bene.

Un uomo anziano, seduto su una panchina intanto riflette a voce alta: “ma pecchè ‘o muorto ha da essere ‘a fforza maschio?” … “e pecchè pensano sulo ‘a sposa? o’ sposo nun ce sta?”…

Poi inizia ad annuire ripetutamente col capo e accenna l’aria soddisfatta di chi ha capito tutto della vita, mentre sussurra a voce bassa, digrignando la dentiera: “tutta colpa d’o’ sissantotto … ll’uommene ‘a fforza l’hanna fà murì; ‘e ffemmene ‘a fforza l’hanna fà spusà… “.

(…pensierino della buonanotte insonne…)

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(dal blog “La carne e i maccheroni”, Agosto 2008)

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About Alex

..faccio il tifo per il lupo cattivo: con la nonna ho già perso troppe scommesse.
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