Caro Babbo Natale, quest’anno penso di aver fatto il bravo e credo di essermi comportato bene. Per questo ho deciso di scriverti una letterina, altrimenti spedivo una mail, con la certezza che sarebbe finita nel tuo filtro anti-spam.
So che molti bambini non credono in te; vorrei consolarti, ma in realtà preferisco solo dirti “futtetenne”: meglio pochi ma buoni piuttosto che tanti ma inutili.
Quest’anno, se vuoi farmi contento, potresti regalarmi un bel lama. Non una lama per tagliare le vene; di quelle ne ho fin troppe; mi riferisco piuttosto al quadrupede, il bestione grosso più o meno quanto un cammello.
Ci ho pensato molto, ho riflettuto a lungo, e credo proprio che il lama mi renderebbe un bambino felice, nonostante gli anni suonati che ho: ho pensato anche a un nome, voglio chiamarlo “Arek-Fù”; è un nome giapponese che non significa un cazzo, ma, una volta addestrato, mi riempirà di gioia, specialmente quando -a comando- sputerà in faccia a tutti quelli che non mi stanno simpatici. Pensa… io grido “Arek-fù” e il lama: “pthù!”. Suona bene, no? Sembra quasi un suono onomatopeico; magari non è proprio un’osservazione giusta, ma se ci rifletti, una sputazzata del lama è come un sasso lanciato dal cavalcavia su un’auto in corsa… (che suono farà?)
Gli amici mi dicevano che non era opportuno fare questa richiesta… dicevano che il lama è grosso, che richiede spazio, che in città avrebbe vissuto male, eccetera. Ma non preoccuparti, caro Babbo Natale, ho pensato a tutto: il lama la notte dormirà fuori al terrazzo, così quando fa freddo gli viene pure il catarro e produrrà sputacchiate più dense, per la gioia del padrone. Prometto che lo porto a spasso tutti i giorni, mattina e sera; forse penserai che due volte al giorno sono poche, invece c’è un motivo: gli darò da bere nella vasca del wc, così, quando sarà pieno d’acqua, grosso com’è, farà dei pisciatoni che potrebbero lavare un’auto; ovviamente, quando lo porterò a spasso, lo avvicinerò all’auto dell’amministratore del mio condominio (la sua macchina, che tra l’altro è un cesso, si presta allo scopo).
Non preoccuparti per il resto: lo addestro io, metterò un bel manifesto con la foto di qualche collega; ad esempio il “vice-capo-palazzo”: un omino inutile che non mi ha fatto niente di male ma che non sopporto perchè vuole fare il simpatico a tutti i costi mentre io non lo calcolo neanche di striscio… magari gli scatto una foto e disegno tanti cerchi concentrici per perfezionare il tiro; poi, per abituarlo da cucciolo, lo porto al lavoro con me tutti i giorni: osserverà i consulenti della Accenture che girano nei corridoi sparando cazzate inconcludenti (rigorosamente in inglese, così farò una slide in PowerPoint “as is” -asciutti- e “to be” -bagnati dal lama-) e questo lo aiuterà a stimolare le ghiandole salivari… così non sarà necessario ricorrere a metodi educativi “drastici” o crudeli: funzionerà la tecnica del premio; ogni consulente Accenture un biscottino, il vice-capo-palazzo un pacco di biscotti intero… e se colpisce qualche mia ex gli regalo la macchina a 18 anni.
Tutto sommato, caro Babbo Natale, non ho fatto una richiesta assurda… pensa agli ipocriti che ti chiedono la pace nel mondo e poi sono i primi a far la guerra col mondo, pensa alle persone cha fanno beneficienza solo per mettersi in mostra o pensa a chi va tutte le Domeniche alla messa per poi si comportarsi una chiavica durante il resto della settimana…
Ecco, apprezza almeno quel pizzico di coerenza che mi è rimasto: non ti dico che mi comporterò da Santo, nè mi spaccio per tale; per questo infatti sto chiedendo un lama per sputare in faccia a tutti… in fondo non fa male a nessuno: fa soltanto un pò schifo.
Grazie comunque, caro Babbo Natale.
Aspetto con ansia il mio amico “Arek-fù”; se non lo porti, ne compro uno di tasca mia e ti faccio sputare in faccia il prossimo Natale.
(dal blog “La carne e i maccheroni”, Dicembre 2008)