Bisogni primari

Don Gaetano l’aveva presagito, l’aveva intuito e l’aveva sempre sostenuto: da economo specializzato in sterili discussioni al bar, aveva più volte preannunciato che “sarebbe arrivato il giorno”, e lo diceva con l’aria del profeta che contraddistingue i sagaci risparmiatori, quella “razza” in via di estinzione che continua a optare per il gruzzolone nascosto dietro la mattonella.

Ovviamente era nel giusto: aveva sempre avallato la teoria secondo la quale “i soldi non avranno più alcun valore”, e quando la tv vomitava pubblicità su pubblicità di finanziamenti, prestiti, carte di credito e prodotti per il cosiddetto risparmio, puntualmente, si incazzava come una bestia, e nelle migliori circostanze imprecava. Nelle peggiori invece bestemmiava blasfemìe che avrebbero orchestrato in modo magistrale i suoni di tutte le campane nelle chiese della sua città.

Si incazzava perché non capiva la differenza che la gente fa tra “necessità” e “superfluo”, imprecava quando al supermercato qualche promotore offriva carte di credito a condizioni “interessanti” che puntualmente rifiutava in modo categorico di approfondire, andava su tutte le furie soprattutto quando i “vantaggi” erano fittizi e vincolanti ad altri prodotti, tipo la carta American Espress che regalava le “miglia” sui viaggi aerei: “ma se non alzo il culo dalla sedia… che cazzo ci faccio con ‘ste miglia?”.

Tempi duri per Don Gaetano, che aveva ormai subìto l’assuefazione dagli spot televisivi: avrebbe voluto dare un calcio negli zebedei a quell’anziano sorridente che nel suo “TIGGI’ O” presentava i vantaggi di “Prestitò”, e magari si faceva prestare il sale dalla vicina perché non poteva più permetterselo a causa dei debiti. E le pubblicità in TV delle banche, con le coreografie, le facce sempre sorridenti, gli slogan più o meno ricercati, la felicità che sprizzava da tutti i pori degli attori che interpretavano gli spot… ma la lingua batte dove il dente duole, e Don Gaetano inevitabilmente paragona tutto ciò a sè: puntualmente iniziava a mugugnare, parafrasando uno spot piuttosto affermato: “la mia banca è INDIFFERENTE…” e ogni volta concludeva la frase con una sottile bestemmia rivolta ai defunti.

Ma se la sua posizione era così ferma, contro tutte queste forme di “apertura” del credito, lo stesso non si poteva affermare della moglie, anziana telelobotomizzata, assidua spettatrice di telenovelas, attenta di fronte a ogni sorta di televendita: donna Carmela avrebbe scialacquato ogni sorta di risorsa per acquistare il set di spazzoloni da bagno in TV, ma fortunatamente la parsimonia di Don Gaetano riusciva a calmare quegli istinti irrefrenabili e incontrollati, anche utilizzando tecniche poco nobili: nella peggiore delle ipotesi si ricorreva a una lite furibonda, nella migliore, invece, Don Gaetano sabotava la TV infilando un fusibile difettoso dietro la spina a 220v e, d’accordo con il tecnico, simulava l’impossibilità di riparare l’apparecchio per una durata concordata di volta in volta.

Ma le tecniche utilizzate per far desistere donna Carmela, più o meno raffinate, venivano di colpo annullate quando, almeno una volta al mese, era necessario provvedere alla spesa presso il centro commerciale: donna Carmela sembrava una bambina appena entrata nel luna park, osservava tutte le “trappole in agguato” per i visitatori e trascinava il marito a sè come un cagnolino, tirandolo da una vetrina all’altra, mentre quest’ultimo imprecava come un caprone sodomizzato da un mulo. Puntualmente, stand dopo stand, tra promotori invadenti e promotrici ammiccanti, Gaetano riusciva, in modo più o meno brillante, a dribblare quel percorso a ostacoli per recarsi all’ingresso del reparto alimentari, senza “danni” e “adesioni impreviste”.

Dopo una spesa piuttosto consistente, che prevedeva anche qualche provvista, Gaetano arrivò alla cassa: il conto ammontava a 324 Euro, ed appena la cassiera emìse la sentenza, il “condannato” gridò “A’ FACCIA D’O…” ma con arrivò a concludere quella frase a causa della gomitata nei fianchi che donna Carmela gli diede giusto in tempo, mentre la gente in fila, col fiato sospeso, attendeva ansiosa la parolaccia che seguiva quell’imprecazione.

Per fortuna Gaetano, prima di entrare, era passato dal bancomat e aveva prelevato 350 Euro, e proprio mentre i due stavano per uscire, quest’ultimo si era fermato un attimo col carrello, per sistemare il resto nel portafogli; intanto fece il madornale errore di dire, ad alta voce “devo andare a prelevare un’altra volta… mi sono rimasti solo 20 Euro nel portafogli”…

L’errore non era riferito alla sua affermazione, ma Gaetano, frastornato dal salasso e preso dal portafogli, non aveva fatto caso allo stand vicino all’uscita: c’era un logo minaccioso MASTERCARD in bella mostra e uno spigliato promotore giovane, dall’apparenza brillante e molto attento. Così, agguantata la preda, si avvicinò a donna Carmela: durante il corso di addestramento gli hanno insegnato che tra un uomo con gli occhi pieni di lacrime che guarda il portafogli e una donna che conduce un carrello pieno di spesa all’uscita, bisogna iniziare l’approccio con la seconda, in quanto l’opposto provocherebbe una reazione incontrollata, in bilico tra la scostumatezza e l’intervento manesco.

“BUONGIORNO SIGNORA, HA PRESO UN BEL PO’ DI COSE, VEDO…”

Dopo questo approccio, Gaetano e donna Carmela risposero contemporaneamente, ma dicendo due cose completamente diverse: Gaetano provò, invano, a liquidare il suo interlocutore con un secco “NO GRAZIE, NON CI SERVE NIENTE”, mentre donna Carmela nella sua “provocatoria ingenuità” disse “eh sì… abbiamo speso parecchio…”. Ecco: la trappola era scattata. Gaetano tirava per il braccio Carmela, ma, a differenza delle altre volte, il tentativo non andò a buon fine: esasperata, Carmela iniziò a gridare, e tutta la gente si fermò per ascoltare: “E LASSA STO BRACCIO… ogni volta mi tiri, mi tiri… FAMME SENTI’ NA VOTA TANTO DI CHE SI TRATTA!!!”.

Era la fine: Gaetano stavolta aveva perso: neanche il tempo di rispondere alla moglie che il bravo promotore era entrato nel vivo della presentazione: “…con la nostra carta può acquistare in tutta libertà e pagare in comode rate mensili con un tasso vantaggioso e un piano personalizzabile…”; Gaetano ascoltava con una mano che gli manteneva la fronte, ma Carmela invece era affascinata da quelle parole; “…infine potrà prelevare denaro contante da qualsiasi sportello bancomat, anche all’estero, pur non disponendo di liquidità sul conto corrente, con un anticipo a tasso vantaggioso che sarà anch’esso regolato da una rateizzazione…”.

Gaetano pensò allora al “piano B”: quest’ultimo consiste nel far parlare l’interlocutore fino alla fine, per poi far finta di riflettere attentamente sulle sue parole e infine rifiutare l’offerta, simulando un’attenta riflessione tra i costi e i benefici, in modo da sembrare convincente sulla sua ponderata analisi fasulla. Non aveva ancora sperimentato per bene quella tattica e non era sicuro dei risultati, ma quella fu una buona occasione per mettere in pratica la sua teoria: il promotore ormai era arrivato alla fine della sua “arringa” e si trovava di fronte uno scenario davvero confuso: alla sua sinistra don Gaetano con un broncio che ricordava un ordigno esplosivo pieno di nitroglicerina, e alla sua destra Carmela, con un sorriso estasiato che ricordava le vecchiette in piena crisi mistica durante la messa.

A quel punto era arrivato il momento della verità: tirò fuori il foglio per la stipula del contratto e sfilò la sua Montblanc dal taschino della giacca, porgendola a don Gaetano per la firma. Quest’ultimo sperimentò il “piano B” ma essendo la prima volta non riuscì ad essere convincente: quella timida risposta “mi dispiace, ma non credo che questa soluzione faccia al caso nostro” funzionò veramente poco e l’astuto promotore se ne accorse, così incalzò verso la moglie: “è una buona proposta: signora, lo dica a suo marito!” con un sorriso ammiccante che stava per strappare uno dei più violenti schiaffoni dalle mani di Gaetano, che era contrario alla violenza salvo rare eccezioni.

Donna Carmela a quel punto decise di mostrare il suo valore, prendendo in mano la situazione: si girò verso il marito, che continuava a strattonarla per uscire da quel posto, ma quel tentativo di dissuasione non ebbe buon esito: “GAETA’ BASTA! SEI RETROCR… RETROG… GAETA’ SI VVIECCHIO!”; e quelle grida provocarono la seconda reazione della gente a passeggio: tutti si fermarono per girarsi e sentire cosa stava succedendo. Ma donna Carmela non aveva finito: “MA TU TE SI’ FISSATO CA’ CHISTE SO TUTTI MALAMENTI! POSSIAMO COMPRARE UN SACCO DI COSE, PUTIMM PIGLIA’ NA COMODITA’ E TU INVECE SEMPRE CON LA STESSA CAPA? GAETA’ IO ME SO SCOCCIATA! TU DEVI ESSERE UN PO’ PIU’ APERTO, TU DEVI INIZIARE A CAPIRE CHE LE COSE SONO CAMBIATE…”… e ormai il treno era partito e proseguiva spedito per la sua rotta senza meta.

Gaetano ad un certo punto, vuoi per la rabbia, vuoi per la vergogna dovuta a quella sfuriata, decise di firmare il contratto, diventando così il fortunato possessore di una carta di credito su circuito MASTERCARD con i disegni di Bart e Homer Simpson sulla facciata, ma appena firmò quella carta salutò il promotore a denti stretti e tirò per un braccio la moglie fuori dall’ipermercato, senza dire una parola. Donna Carmela effettivamente si rese conto di aver esagerato, e capì che il marito era incazzato peggio di tutte le altre volte: quel silenzio di tomba rifletteva fin troppo il suo umore sul filo del rasoio.

Terminato il carico dei bagagli, Gaetano accese l’auto: aveva ingranato la prima e stava per staccare il piede dalla frizione, sempre nel più totale silenzio e con la rabbia in corpo crescente in modo esponenziale dopo ogni secondo che trascorreva, ma quel silenzio fu interrotto dalla moglie che, quasi impaurita gli disse a voce bassa: “uuuh… Gaetà… abbiamo dimenticato una cosa…”. Gaetano con la sufficienza di un lama che stava pronto per sferrare una terribile gratificazione salivare rispose: “che cosa? Hai dimenticato di farmi fare qualche altra figura da niente?”; “no, Gaetà… ci siamo distratti e abbiamo dimenticato di prendere la carta igienica!”, ma Gaetano fece partire l’auto e mentre girava lo sterzo per uscire dal parcheggio, gridando come un pazzo tagliò corto: “PER TUTTO IL RESTO C’E’ MASTERCARD, GIUSTO?”. Ma donna Carmela, con la voce bassa dovuta alla paura per un altro rimprovero, aggiunse, con un filo di voce: “Gaetà, ma quella è di plastica!”.

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(dal blog “La carne e i maccheroni”, Agosto 2009)

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..faccio il tifo per il lupo cattivo: con la nonna ho già perso troppe scommesse.
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