Disadattàti 2.0

Tutto il giorno, l’occhio finisce sempre sullo stesso punto; un puntino piccolo piccolo, che dovrebbe essere luminoso e invece è spento; un puntino che ha la formidabile capacità di dirti se “sei nel mondo” o “sei fuori dal mondo”, quel piccolo, insignificante, insulso led di notifica sul cellulare.

Ed era spento.

“Devi fare qualcosa per illuminarlo”, suggeriva la classica vocina che sussurra all’orecchio; sul “cosa” invece è tutto da capire; se è spento vuol dire che nessuno ti cerca; se è spento vuol dire che sui social network sei circondato da “amici” (definizione informatica del termine) che hanno dimenticato la tua amicizia (definizione umana del termine), e se questo succede, se questo sta succedendo, è successo o succederà rappresenta un insuccesso tutto tuo; non hai fatto qualcosa di carino, non sei stato divertente, non sei stato spassoso, non sei stato interessante. Non sei stato.

“Allora cerca di non essere passivo”, suggeriva ancora la vocina; magari facciamo una ricerca in rete; cerco qualche cazzata per strappare un sorriso a qualcuno; e mentre cerco, mi scorrono davanti agli occhi le tante fotografie, di persone normali, o persone esibizioniste, o gli eterni “figli della notte” che a suon di happy hour sono sempre sorridenti con un bicchiere in mano… già, ci sono i riflettori, e come diceva il mitico personaggio di Buddy Kane, in “American Beauty”, “per avere successo è basilare proiettare un’immagine di successo”. Con tanti led lampeggianti sui cellulari, beeps e suonerie accavallate, che ci offrono quel meraviglioso parametro per valutare quanto siamo popolari. Come gli indici auditel.

Magari provi a contattare qualcuno; qualcuno che probabilmente non senti da un pò… ma avrà da fare; è impegnato per i fatti suoi: anch’io, tante volte, ero impegnato per i fatti miei, e non posso certo farne una colpa. Allora si può provare a inviare qualche messaggio; chissà; forse a qualcuno interessa sapere come sto, come me la passo, se ho qualche problema. E anche se lo avessi, non sarebbe bello esordire con la lista delle grane; meglio far finta di niente; del resto… raccontare i miei crucci a chi? Prima di capirli dovrebbero ascoltarli, e prima di ascoltarli, dovrebbero almeno essere interessati alla cosa. Meglio di no; sicuramente più conveniente fare il clown in pubblico, e poi saranno cazzi miei, quando sarò nel camerino da solo, senza dimenticare che quasi sicuramente racconterei la mia vita a chi non mi racconterebbe mai la sua, se non per qualche spiacevole episodio accaduto di recente.

Mi preoccupo, in fondo… ma non c’è nulla di cui preoccuparsi: c’è chi soffre perchè ha scritto una frase sul social network, e la persona verso la quale prova una “simpatia” non ha clickato sul pulsante “mi piace”. C’è chi si sfoga contro tutti per inveire, in realtà, contro una sola persona, ma siccome si tratta di una relazione clandestina, o da nascondere per paura dei giudizi altrui, quel nome non può essere rivelato. C’è chi invece si piange addosso perchè non trova l’anima gemella, e poi non ha manco capito quest’anima a chi deve somigliare. Oppure c’è chi se la passa bene; coppie “smielate” che si scambiano i messaggi romantici sulla rete; magari è l’unica occasione per mostrare un pizzico di considerazione, perchè quando si vedono manco si parlano. L’importante è proiettare un’immagine di successo, sempre, e ad ogni costo.

E alla fine vorresti gridare, per farti sentire; fai un’irruzione tra i led e hai la presunzione di sovrapporre la tua voce alle melodie piezoelettriche delle suonerie; finalmente entri in Matrix, senza prendere pillole rosse o blu, ma solo passando tra centinaia di led dai mille colori, e non ci capisci un cazzo, perchè realizzi che non sei Neo, nè Morpheus, nè Trinity. Sei un povero idiota che si dimena tra citazioni e personaggi dei film: la verità è che non riesci a comprendere, in fondo, quale modello sta imitando tutta quella gente lì fuori, con tutti quei led. O lì dentro, tra mille, colorate, stelle lampeggianti che provocano crisi epilettiche a ritmi psichedelici.

E allora si entra di nuovo, o si esce; magari speri di trovare chi parla la tua stessa lingua, ma c’è il nulla. Qualcuno si nasconde terrorizzato in un appartamento con le luci spente; qualcun altro si mimetizza tra gli altri, per non farsi scoprire; qualcuno è talmente trascurato e malandato da sembrare un barbone. E ti senti superiore; questi sono i disadattàti 2.0, ma tu non ne fai parte. Sei convinto di non farne parte, perchè pensi di non essere rovinato fino a questo punto.

E poi ti rendi conto che anche loro stanno pensando la stessa cosa di te.

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(dal blog “La carne e i maccheroni”, Ottobre 2011)

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About Alex

..faccio il tifo per il lupo cattivo: con la nonna ho già perso troppe scommesse.
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